Il progetto di tesi per lo studente può diventare uno strumento per migliorare ulteriormente il percorso accademico, per sperimentarsi e descrivere esperienze formative in contesti extra ospedalieri. Dal 24 al 28 luglio, la studentessa Eleonora del 3° anno di Corso di Laurea in Infermieristica pediatrica è salpata a bordo del brigantino a vela con la Fondazione Tender to Nave Italia TTNI partecipando a una delle spedizioni che coinvolge i bambini dell’Oncoematologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Eleonora ha visto la sua idea trasformarsi in realtà. Il suo progetto di tesi dal titolo “La cultura del mare e della navigazione come strategia di coping nel percorso di cura” comprende un’indagine conoscitiva a bordo della nave e grazie alle autorizzazioni dei genitori dei bambini coinvolti, ha potuto dar seguito all’elaborato. L’obiettivo del suo progetto è dimostrare come i metodi distrattivi e di svago, nonché la permanenza fuori dal contesto ospedaliero e il distacco dai genitori, siano strumenti utili a facilitare l’autonomia dei bambini, intervenendo nel processo di cura e permettendo così una maggiore compliance del bambino e della sua famiglia. La passione, l’emozione, il coinvolgimento e la professionalità della studentessa, a bordo della nave e al rientro dall’esperienza, si manifestano dalle sue parole e dai suoi occhi e sono stati descritti da Eleonora in un breve racconto: “La domanda che mi è stata posta di più in assoluto in questo periodo è stata: «Perché hai scelto di fare questa tesi di laurea?». Sono venuta a conoscenza del progetto di TTNI nel maggio 2017 durante il mio primo tirocinio in Neurotraumatologia, poiché in quel periodo stavano organizzando una spedizione con i bambini affetti da epilessia. Da quel momento ho iniziato a seguire tutti i progetti della Fondazione, non solo in collaborazione con il nostro Ospedale, ma anche con altre strutture. A settembre 2017, quando ho iniziato il tirocinio in Oncologia 2, l’infermiera a cui ero affiancata era stata scelta per partire con TTNI con i bambini dell’Oncoematologia, partecipando al progetto “A gonfie vele contro il cancro”. Rientrata dopo i 5 giorni passati a bordo della nave, non faceva altro che parlare di quanto fosse stata fantastica l’esperienza e di come seriamente andasse a migliorare lo spirito delle persone che hanno preso parte alla spedizione, dai medici e infermieri, ai pazienti. La curiosità ha continuato a essere alimentata, tanto che decido di parlarne alla mia tutor universitaria Valentina Pizziconi proprio in quel periodo, quando ancora la tesi era un sogno molto lontano. Come tutte le cose però poi piano piano arrivano ed è arrivato anche il momento di decidere l’argomento di tesi e a tal proposito ho proposto uno studio che è stato accettato dalla Direttrice del Corso, la Dott.ssa D’Elpidio e insieme alle due relatrici, Valentina e la Dott.ssa Vallone ho cominciato a lavorarci. All’inizio non avevo previsto una partecipazione in prima persona a uno dei progetti realizzati quest’anno, ma grazie alla collaborazione e alle autorizzazioni dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, della Fondazione TTNI e del Dipartimento di Oncoematologia, sono potuta partire. L’emozione sale, l’agitazione va di pari passo insieme ad ansia e preoccupazione, un mix di emozioni positive e negative. Non sapevo cosa aspettarmi: «sarei stata in grado di soddisfare le varie aspettative?». Quello che sembrava solo un’idea si è trasformata in realtà, per cui sono pronta per partire, sebbene la notte prima della partenza non ho chiuso occhio e mi sono presentata al punto di ritrovo con un’ora e mezzo di anticipo. L’esperienza a bordo del brigantino è stato un privilegio unico; il gruppo dei bambini ha un’età compresa tra gli 8 e i 15 anni, quindi possiamo dire autonomi ma non completamente. Le attività svolte, dalle pulizie mattutine ai giochi pomeridiani, alla manovra alle vele sono state tutte proficue dal punto di vista personale per ognuno dei bambini, in termini di responsabilizzazione e di distacco dal mondo ospedaliero. Per i piccoli pazienti il momento migliore è stato quello del bagno, che alcuni di loro hanno percepito come una «sensazione di libertà» oltre che molto divertente e sui generis. Senza dubbio i momenti più rilevanti e più efficaci per la loro riabilitazione, principalmente emotiva, sono stati quelli di collaborazione, come il momento del disegno o del collage effettuato attraverso varie riviste, a cui ho partecipato realizzandone uno insieme a loro. È stato molto bello vedere come si aiutavano fra di loro, alcuni venivano anche da noi operatori, soprattutto i più piccoli, ma poi cercavano sempre un confronto con i pari. Più di una volta è capitato di essere per loro un punto di riferimento, soprattutto per le ragazze, ma anche diversi maschietti non temevano a chiedere un abbraccio o di farsi raccontare «la storia della buonanotte». Queste piccole grandi richieste mi hanno messo alla prova, come già scritto, sono partita con tanta ansia e preoccupazione per paura di non essere in grado di soddisfare le loro esigenze, ma poi ho ricevuto un feedback positivo da parte di tutti e questo ha fatto sì che la fiducia in me stessa aumentasse. Oltre alle varie attività previste insieme ai bambini, ero “addetta alle foto”, altra grande soddisfazione, per cui attraverso quello che è un semplice obiettivo sono riuscita a catturare dei momenti indimenticabili, tanto che alcune di queste sono state utilizzare per la realizzazione del video, a cura del Project Manager di bordo, mostrato ai ragazzi l’ultimo giorno. Credo che la realizzazione di questi progetti sia fondamentale per i pazienti ospedalizzati o per coloro che lo sono stati in precedenza. Sarebbe molto bello poter estenderli ad ulteriori reparti, in particolar modo per le patologie croniche. Spero che la mia tesi funga da strumento per far sì che le collaborazioni con la Fondazione TTNI aumentino e che riesca a trasmettere ciò che ho percepito e che ho vissuto in prima persona: è un’esperienza che ti fa vivere delle sensazioni uniche e che aiuta nello sviluppo personale, come per quanto mi riguarda la fiducia in me stessa. La sintonia che si crea tra équipe sanitaria e i pazienti porta a una stima reciproca, un grande potenziale per il miglioramento del percorso di cura.” La partecipazione alla spedizione ha permesso alla studentessa di mettersi in gioco e ha contribuito a migliorare il suo percorso formativo di futura infermiera. La sede IRCCS Bambino Gesù ringrazia Eleonora per aver ideato questo progetto e tutti i professionisti che hanno contribuito alla realizzazione del suo e anche un po’ “nostro” sogno. N. Visite: 715 Navigazione articoli Le squadre della sede IRCCS Bambino Gesù premiate nella Sala d’Onore del CONI in occasione della cerimonia conclusiva dei Campionati delle Università di Roma NurSimCup 2018: Gli studenti della sede IRCCS Bambino Gesù si posizionano al secondo posto